Nell’anno 69, alcuni soldati dell’esercito romano si radunarono per acclamare Vespasiano imperatore. Vespasiano non vuole accettare, preferisce ai pericoli dell’Impero la sicurezza della vita privata. I soldati decidono di usare la forza, un soldato sta per sguainare la spada, un altro tenta di tirare un colpo di alabarda contro Vespasiano, ma viene afferrato al gomito da un notabile. Vespasiano allora accetta e siede su un trono improvvisato, eretto su tre gradini sotto una tettoia posizionata tra due alberi. Ai piedi del trono sono raffigurati un cagnolino, simbolo della fedeltà che i soldati gli hanno giurato, e una giovane vestale. Due vecchi notabili, che tengono in mano uno la spada e l’altro un globo, stanno per poggiare sul suo capo la corona imperiale. Si legge sul volto di Vespasiano la sua contrarietà, nell’allargare le braccia sembra che dica: “e sia come volete!” Chiara è l’ispirazione al manierismo michelangiolesco.
Siamo sul principio dell’anno 69, circa due anni son trascorsi dacchè Vespasiano ha preso a combattere per reprimere la sollevazione dei giudei e fra le sue truppe comincia a divulgarsi la notizia della morte dell’Imperatore Nerone, avvenuta nel giugno del 68, e delle sanguinose lotte tra Galba e Ottone prima, tra Ottone e Vitellio poi, per la successione alla corona di Cesare.
Nell’elezione di Claudio e di Nerone avevano avuto parte i pretoriani di Roma, ora però - dice Tacito - si venne a scoprire questo nuovo segreto: l’imperatore poteva farsi anche dai soldati delle legioni fuori Roma. Difatti il capitano Vitellio era stato proclamato imperatore contro Ottone dalla legione romana di stanza in Germania. nel luglio di quell’anno 69 i soldati di Vespasiano si radunarono per stimmatizzare quelle legioni che avevano creato degli imperatori “non per utilità pubblica, ma per proprio guadagno”. E dicevano che Vespasiano doveva crearsi imperatore in luogo di Vitello; nè per questo si doveva temere contrasto alcuno col senato e col popolo romano, che, di sicuro, non avrebbero dubitato a scegliere tra la lussuria di Vitellio e la pudicizia di Vespasiano; tra un crudelissimo tiranno e un buon imperatore.
Si portarono pertanto alla presenza di Vespasiano e lo salutarono Imperatore… Vespasiano non vuole accettare: ai pericoli dell’impero preferisce la sicurezza della vita privata… I principi dell’esercito fanno opera di persuasione, mentre i soldati, accalcatisi attorno a Vespasiano, minacciano di ucciderlo se persiste nel rifiuto...
L’arazzo rappresenta i soldati che danno piglio alle spalle e alle lance per vincere la resistenza di Vespasiano. uno sta per sguainare la spada, un secondo è nel procinto di tirare un colpo di alabarda contro Vespasiano, ma è afferrato al gomito da un notabile. Vespasiano, dinanzi alla minaccia, sale e siede sul trono improvvisato:tra albero ed albero una tettoia, a terra tre scalini, su di essi un seggiolone. Due vecchi notabili, avanti in mano uno la spada e l’altro un globo, stanno per deporre sul capo di lui la corona imperiale…. Vespasiano è contrariato in faccia, allarga le braccia, e par che dica: E sia come volete voi! Ai piedi del trono è un cagnolino salterellante, simbolo della fedeltà che le truppe gli hanno giurato e una giovane vestale, che ritroviamo ancora in altri arazzi.
Bibliografia: Museo degli Arazzi di Marsala - Gli Arazzi della Chiesa Madre di Marsala di C. Cusumano
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