La proclamazione di Vespasiano ad imperatore di Roma si diffuse velocemente per tutto l’Impero romano, suscitando ovunque esplosioni di giubilo, in quanto erano noti il suo valore e la sua saggezza. In questo arazzo, Vespasiano, ritratto con la corona in testa, è proclamato Imperatore di Roma. Un re siro, per dimostrargli sudditanza e obbedienza, gli invia un ambasciatore, che in ginocchio apre uno scrigno e offre all’imperatore corazze, anfore, oggetti preziosi e corone. La raffigurazione è certamente di ispirazione rinascimentale piuttosto che manieristica. Attorno a Vespasiano, sotto una bandiera, si notano soldati con lance e spade. In fondo, sulla destra, notiamo una fortezza presa d’assalto dai romani e difesa strenuamente dai giudei. Sfondi incantevoli incorniciano la scena.
La proclamazione di Vespasiano ad Imperatore di Roma corse più presto che non si potesse pensare, per la Giudea, per la Siria, per la Mesia, per la Pannonia, per l’Egitto, per tutto l’Impero romano, suscitando ovunque esplosioni di giubilo. Anzi la Mesia e la Pannonia ed altre regioni, che all’annuncio della proclamazione di Vitellio ad Imperatore si erano ribellate e distaccate da Roma, ora, spontaneamente, giurano fedeltà a Vespasiano, di cui avevano sentito esultare il valore e la saggezza non comuni.
Trovandosi Vespasiano nella città di Berito, molte legioni della Siria e di altre provincie gli vennero incontro per acclamarlo e annunziargli l’allegrezza dei popoli alla di lui esaltazione
L’arazzo rappresenta Vespasiano con la corona in testa intento a ricevere un legato venuto a lui da parte di un Re siro, per attestargli sudditanza ed obbedienza. Il legato prostrato dinanzi a Vespasiano, apre il suo scrigno ed offre a lui corazze, anfore, oggetti preziosi e corone.
Attorno a Vespasiano e sotto gli svolazzi di una bandiera, sono assai bene raggruppati soldati con lance e spade. In fondo, a destra dell’arazzo, sopra di una collina, si erge una fortezza rotonda: essa è presa di assalto dai soldati romani: una scala è stata poggiata ad essa. Alcuni si arrampicano su; altri sono sul primo torrione. Ma i difensori non cedono; rifugiatisi sul torrione più alto si difendono accanitamente. Alberi e sfondi incantevoli incorniciano la scena.
Bibliografia: Museo degli Arazzi di Marsala - Gli Arazzi della Chiesa Madre di Marsala di C. Cusumano
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